L’innato desiderio di velocità sempre maggiore ha da sempre indotto gli appassionati di motori a modificare il proprio veicolo. Nelle auto endotermiche le operazioni di elaborazione sono state agli inizia prevalentemente meccaniche e, solo successivamente con la comparsa delle centraline a controllo del motore, anche elettroniche.
Da oggi anche il mondo dell’elettrico, come pronosticato, potrà vantare la possibilità di elaborazione.
Jailbreack cos’è?
Letteralmente trattasi di un’ “evasione” dalle catene che i programmatori mettono ai dispositivi elettronici.
Il jailbreak è un processo che consentiva nei primi Iphone di sbloccare e utilizzare la parte telefonica che era strettamente vincolata allo stato in cui era stato acquistato il dispositivo. Successivamente per jailbreak si è intesa la possibilità di rimuove le restrizioni software imposte da Apple nei dispositivi iOS consentendo di installare software e pacchetti di terze parti, non firmati e autorizzati da Apple. Questi software consentivano e consentono tutt’ora, di utilizzare l’hardware fino al massimo delle sue potenzialità e forse anche oltre a discapito della sicurezza e dell’integrità dei componenti.
Ora sulle auto elettriche
Il pacco batteria di alcune versioni di Tesla Model 3 è di 75 kWh ma viene limitato via software dalla casa a soli 60 kWh. I motivi di questo sono molteplici, garanzia di efficienza, sicurezza. Da adesso queste limitazioni, con le quali l’auto viene venduta, sembrano scavalcabili.
Il primo veicolo elettrico ad essere “jailbreakato” pare essere dunque la Tesla Model 3.
Il canadese Simon André è riuscito nell’impresa di violare il software e di attribuire così ad alcune MODEL 3 dei “superpoteri” non previsti da Casa Madre.
L’incremento di potenza di una TESLA a singolo motore che dopo jailbreak e aggiornamento software raggiunge la potenza di una DUAL MOTOR a trazione integrale ad esempio. Questo è stato reso possibile grazie all’accesso via software all’inverter presente sull’asse non motorizzato che funzionando all’inverso ha donato 50CV ulteriori al veicolo.
Il canadese ha violato il software creando le modifiche ha poi fondato Ingenext, azienda attraverso la quale intende vendere quasti “hackeraggi”.
Basta un connettore
Per fare tutto questo serve un connettore, che oltre a consentire gli aggiornamenti di sistema e permette di effettuare il jailbreak.
Miglioramenti in vendita
L’azienda canadese che ha quindi jailbrekkato TESLA oltre al connettore intende vendere in futuro anche altre potenzialità aggiuntive facendo concorrenza a TESLA stessa che le propone a prezzi maggiori. Uno di questi è il “drift mode” (lo spegnimento del controllo di trazione ma con ABS attivato) che sarà venduto a circa 1000 US $. (Molto meno di quanto chiede TESLA per la medesima feature). Esistono poi altre interessanti modifiche che richiedono anche relativo update tecnico dell’hardwere.
Ma si può fare?
La domanda era sorta già quando praticare jailbreak su iPhone era un’abitudine diffusa. Sì, si poteva fare ed era un’operazione legale, per un telefono. Il consumatore infatti gode di diritti reali sugli oggetti che possiede, e questi diritti fanno sì che, nei limiti della legalità, con gli oggetti acquistati regolarmente si possa fare ciò che si vuole. Ma vale anche per un veicolo?
Queste modifiche violano certamente i termini di servizio delle auto TESLA facendone decadere la garanzia.
Inoltre estremizzare le performance dei componenti rendono il mezzo meno sicuro rispetto all’originale garantito dalla Casa, trasformandolo più in un veicolo adatto alla pista che ad un mezzo per uso urbano. Ed in caso di incidente l’assicurazione come risponde?
Si suppone quindi che il brand di Elon Musk correrà ai ripari attraverso aggiornamenti software che potrebbero vanificare gli eventuali Jailbreak.