Semi, il camion elettrico della Tesla é stato avvistato “tornare” dall’Alaska.
Questo confermerebbe il compimento degli annunciati stress test in ambienti critici del powertrain e delle batterie del camion Tesla.
Provato nel freddo
Semi, il camion elettrico della Tesla, é stato avvistato “tornare” dall’Alaska. Nonostante in Norvegia nel 2019 siano state immatricolate oltre 60.000 EV, gli ambienti con temperature rigide sono i più avversi alla propulsione elettrica. Doveroso quindi collaudare la motrice di un camion elettrico in ambienti di questo tipo. Affidabilità generale e soprattutto performance della batteria sono le caratteristiche che certamente sono state valutate a contatto con il gelo d’Alaska. Tutti aspetti fondamentali per poter mettere a punto il mezzo prima dell’imminente debutto sul mercato.
Già venduto alla presentazione
Il camion era stato presentato alla stampa già nel 2017 e, complici le priorità di altri progetti di maggiore importanza (Model 3 e Model Y), solo ora si comincia ad intravedere il traguardo della produzione in serie che dovrebbe partire entro la fine del 2020. Covid19 permettendo.
Alcuni esemplari sono già stati acquistati al lancio nel 2017 da spedizionieri americani come DHL e UPS o da Magazzini come Walmart o aziende di trasporti come JB Hunt Transport Services.
950 km col rimorchio
Naturalmente il dato di spicco di questo mezzo è l’autonomia che, ad oggi dovrebbe assestarsi sui 950 km con una carica.
Ignota la capienza della batterie. La propulsione è garantita da 4 motori indipendenti posizionati sugli assali posteriori che garantirebbero una scatto sullo 0-100 km/h di poco superiore ai 20 sec. (con carico di 36 tonnellate) e di poco superiore ai 5 sec. (sola motrice). Il camion pare sia in grado di mantenere la velocità di 105 km/h in una salita del 5%.
I dati ufficiali non sono ancora stati diramati.
Perchè un camion
Il veicolo verrà probabilmente realizzato negli stabilimenti Tesla in Nevada, alla luce dei nuovi building di recente costruzione in quel sito.
Avrà un prezzo compreso tra i 150 e i 180.000 US$ che , rispetto ad un veicolo diesel lo farebbe risultare più costoso di 60.000 US$. Secondo Tesla, dato il risparmio carburante e il ridotto costo di gestione, si riuscirebbe ad ammortizzare la spesa in due anni, superati i quali il veicolo risulterebbe addirittura più economico degli endotermici di pari valore.
L’immissione di un camion elettrico a lungo raggio sul mercato da parte dell’azienda leader del settore nella propulsione elettrica, potrebbe essere evento non banale.
Il risparmio di carburante e i bassi costi di manutenzione sarebbero i motivi che potrebbero causare l’auspicabile migrazione, anche del trasporto pesante, verso la mobilità elettrica. Questo rappresenterebbe l’ultimo tassello di una rivoluzione totale dei trasporti su strada. Probabilmente “fiutando” la possibile rivoluzione anche Volvo ha immesso da poco sul mercato 2 camion per trasporti a breve raggio. CLICCA QUI