L’Accademia della Crusca forse storcerà il naso, eppure ci piace identificare con questo “lemma” certi meravigliosi veicoli elettrici che sempre più spesso vediamo uscire da qualunque casa automobilistica.
Mentre il mercato automotive chiede a gran voce l’utilitaria elettrica a prezzo e range congrui, le case si sforzano di mostrare i “muscoli elettrici” realizzando, come se fosse passaggio obbligato, le INUTILITARIE.
Parliamo di Hypercar e Supercar da fotografia, prototipi mangia-asfalto e strappa-gomme in grado di gestire centinaia (se non migliaia) di cavalli elettrici; oggetti meravigliosi dal costo sempre proibitivo, dotati di scatto folgorante e velocità sbalorditive.
Prodotte in tirature limitate, sono la dimostrazione orgogliosa del punto di massima espressione tecnologica di ogni casa automobilistica; anche della peggiore.
Aggressive, bellissime, estreme, si lasciano guardare, fotografare… sognare.
Effimere, eleganti ma: inutili. O forse no?
Esercizi di stile, utili sì, a far esercizio, appunto. Ma poi?
Oggetti creati per stabilire il limite massimo della realizzazione tecnologica che si assesta esattamente agli antipodi della quotidianità fatta di: semafori, traffico, spesa da caricare e figli da scarrozzare tra scuola e vacanze. L’opposto dell’utilitaria che, con un pizzico di ironia chiamerei INUTILITARIA.
Se in questa definizione traspare dell’acida frustrazione di chi è consapevole che non potrà mai possedere un veicolo del genere, confermo che è esattamente così.